29 maggio 2014
Ciao Ezio. Riposa in pace. La tua piccola e tanto attesa Costanza e' riuscita a conoscerti e adesso sta parlando con te. Il suo angelo custode insieme al nonno Bertaggia. E grazie. Per il tuo sorriso. E per essere stato un marito, un papà, un nonno e un suocero davvero speciale.
1 maggio 1961. Le
nozze.
E’ una soleggiata mattina di primavera in Valle di Ledro. Nel piccolo paese di Tiarno di Sotto le campane suonano a
festa. Sul sagrato della chiesa giunge
la sposa. E’ raggiante nel suo abito al ginocchio. Un’irriverenza per l’epoca.
Sorride, si guarda intorno, saluta timidamente. E’ al braccio del suo papà, l’appuntato scelto Angelo Bertaggia, una
personalità, lì sui monti. Ad aspettarla all’altare c’è il suo Ezio, emozionato e con gli occhi che traboccano d’amore.
Maria Luisa, detta Marisa, incede
lentamente verso il suo amato. Evviva
gli sposi.
27 gennaio 1934. Il
principio.
Fa freddo a Tiarno di Sotto. La neve incappuccia le vette. L’aria è glaciale. In una modesta
dimora la stufa a legna e la cucina
economica scaldano, per quanto possibile, la stanza spoglia. Teresa ha appena dato alla luce il suo
secondo figlio. Un altro maschio. Lo
hanno chiamato Ezio. Una nuova vita si affaccia nella valle che albeggia. Angelo e Teresa Toniatti non sono mai
stati più felici. Evviva i figli maschi.
17 giugno 1935. L’incontro.
Dopo il lungo rigore invernale e una tiepida primavera finalmente l’estate è arrivata. Il
giovane appuntato scelto Angelo Bertaggia
rientra al paese per un breve congedo. E’
diventato papà. Sua moglie Alma ha
appena partorito, è una bambina, Maria Luisa. E’ un giorno di festa in
valle. E i bambini più grandi si recano
in pellegrinaggio a casa Bertaggia per dare il benvenuto alla nuova nata. C’è
anche un fanciullo di poco più di un anno che
tiene saldamente la mano alla sua mamma. Si chiama Ezio. Si affaccia curiosamente al bordo della culla puntellandosi sui
piedini malfermi. Maria Luisa emette un vagito. Il futuro è scritto. Evviva i primi incontri.
1 maggio 2012. La
polenta di patate.
Gli anni di matrimonio sono cinquantuno. Ezio scherza, rinnovando
una battuta che negli ultimi anni tiene banco il primo giorno di maggio.
Finge di chiedere al figlio avvocato quanti
anni di galera si debbano scontare per omicidio. “Trenta” risponde sicuro.
“Ecco”
- si rivolge a Marisa – “se ti avessi uccisa subito sarei fuori da
più di vent’anni”. Si ride. Di
gusto. Come di gusto si mangia la
polenta di patate che lo stesso Ezio prepara per festeggiare l’anniversario.
Evviva i piatti tipici.
1 maggio 2011. Le
nozze d’oro.
C’ è grande fermento in paese. Un capannello di gente si raduna nella piazza principale per
prendere parte all’evento. I coniugi
Toniatti stanno per celebrare cinquant’anni di matrimonio. Tondi tondi. Il
banchetto nuziale è allestito. Con tanto di cori che invocano “bacio
bacio”. E prima ancora c’è la cerimonia
in chiesa. Un vero e proprio rinnovo
dei voti. Ci sono i figli, i nipoti, i generi, le nuore e i consuoceri. E ad
accompagnare la sposa all’altare c’è
ancora il suo papà. Evviva il
centenario appuntato scelto.
Oggi. L’amore eterno.
I coniugi Toniatti
sono i miei suoceri. E io, forse perché vivono a 200 km di distanza, li
adoro. Hanno avuto 5 figli, Tiziana,
Michele, Giovanni, Raffaella e Francesca. Hanno 8 nipoti, Giacomo, Dea Virginia, Valentina, Gabriele, Leonardo, Sandra, Alessandro e l'ultima arrivata, Costanza Alma Teresa, in onore alle mamme di Ezio e Marisa. Ezio è un brontolone cronico,
recita a memoria le poesie imparate alle
elementari interrogandomi regolarmente perchè suppone che io le sappia tutte (all'inizio sorridevo, annuivo e tiravo a indovinare biascicando un Dante o un Petrarca che vanno sempre bene!), racconta aneddoti di guerra e
sciorina una conoscenza storica
impeccabile. E’ impegnato in
politica, costruisce case, tifa il
Milan e fa una polenta di patate
da leccarsi il baffo fresco di ceretta. Marisa
è una brontolona cronica, è una ex
maestra elementare, ha una memoria
elefantiaca, racconta con occhi sognanti della sua infanzia scandita dalla bora triestina, cucina che è una meraviglia e ha un’energia che io neanche a quindici anni. Litigano, si beccano, discutono, si tengono il muso, gridano. Ma si
amano. Di quell’amore raro e meraviglioso che, è il caso di dirlo, dura per
sempre. Evviva. Evviva e basta.
ma che brava che sei!!! riesci sempre a commuovermi....... mi sembra quasi di conoscerli, i tuoi suoceri!!! che dolcezza..........
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