Sono stanca; è tutto una merda; ma perché proprio a me; tu
non mi consideri; non ce la farò mai; lavoro troppo e non ho neppure il tempo
di respirare; mi fa male la testa/pancia/denti/schiena; mi annoio e tiro a
campare. Il bicchiere insomma, è sempre
mezzo vuoto. La bevanda è stata versata ma solo per metà. L’oste è stato un po’ ingeneroso, la
vita ingiusta. Perché il bicchiere di quell’altra è quasi pieno e il mio invece
è mezzo vuoto? Che cosa ho fatto per meritarmelo?
Un lamento continuo.
Senza fare nulla per uscire dalla situazione per cui ci si lamenta.
Crogiolandosi tiepidamente in quel lamento perché fa tanto vittima. Piangersi addosso è di gran lunga meglio
che cercare di reagire. Fa proprio bene alla mente e al cuore. Vomitare addosso all’umanità problemi
inconsistenti, parti della propria mente insoddisfatta, quando invece si ha
tutto ma non ci si accorge. Perché lamentarsi è più bello. Perché piagnucolare
è meno faticoso che reagire.
Identikit. Occhi
da cane bastonato. Sorriso all’ingiù tipo quello degli emoticon degli sms e di
whatsapp. Spalle un po’ curve e andatura ciondolante. E la risposta tipica,
alla domanda “come va?”, “mah, insomma, potrebbe andare meglio”. La risposta non è mai “bene”.
Un’insoddisfazione perenne. Una ricerca ossessiva di una felicità che non esiste. Una scarsa
comprensione dei meccanismi della vita, della natura, dell’universo o, forse, una non accettazione dell’inesistenza della felicità e un non accontentarsi di uno stato di fragile serenità. Con picchi di felicità che però durano
giusto un attimo. Quando per esempio la palla dell’ultimo punto del set
cade a terra e ti regala la promozione dopo i play-off. Quell’attimo è di felicità pura. Ma poi tutto torna candidamente
sereno. Fino al prossimo attimo. Perché non
riuscire a godere neppure di questi brevi istanti?
Credo di averlo già scritto in un altro post, sono una ragazza fortunata. Non perché mi
hanno regalato un sogno. Nessuno mi ha
mai regalato sogni e i sogni, forse, sono confezionati proprio per essere
scartati e infranti. Sono una ragazza fortunata perché riesco a gioire di quello che ho e non a disperarmi di quello che
purtroppo non ho e forse non potrò mai avere. Il bicchiere mezzo vuoto per
me non esiste. Il mio oste è generoso e quel bicchiere opaco per i troppi
lavaggi nella mia lavastoviglie in cui manca perennemente sale speciale e
brillantante, contiene sempre una
bevanda che, secondo la mia prospettiva, supera sempre la metà. Sono
davvero una ragazza fortunata.