Succede che tra simili ci si aggreghi. Che poi forse neanche
tanto simili. Se si parlasse di maschi direi feromone. Ma si parla di femmine, anzi, di mamme, quindi direi empatia. O
alchimia. Si, insomma, quella cosa lì. Costanza Alma Teresa Toniatti, detta
Connie, ha fatto il suo debutto in società, va all’asilo. Ci va insieme ai suoi
amichetti del corso preparto, Ludovico e Matteo. Poi ci sono Eugenio ed Enrico,
compagni del nido. E pure l’Aurora
Zanotti, la sua gemellina, nata
qualche minuto dopo di lei. Tra gli altri, la vera new entry è Giacomo di cui
Costanza Alma Teresa Toniatti detta Connie è pure un po’ innamorata. Anche se
in realtà, proprio oggi, continua con il tormentone
Ludovicoseiilmioprincipemiportialballo? Colpa
di Cenerentola.
Qualche anno fa, quando mi capitava di vedere fuori da
qualche asilo quattro mamme che chiacchieravano allegramente di lavoretti e di
attività pomeridiane mi venivano i
brividi. I brividi si sono poi trasformati in conati di vomito quando per
caso andavo a prendere mia nipote Carolina all’asilo. Conati talmente forti da provocare una fortissima idiosincrasia verso i
marmocchi. Quel tipo di idiosincrasia che credo abbiano le mie sorelle
minori Sara e Paola dopo aver passato qualche mezz’ora con le tre nipoti. Poi è arrivata la gravidanza e i conati di
vomito sono diventati effettivi. Cosi come effettivi sono diventati anche i
punti dell’episiotomia, le ragadi, la mastite, la supercazzola e tutte quelle
robe lì.
Si arriva quindi all’asilo, privato e cattolico, per giunta. E io mi ci trovo in mezzo. Tra quelle quattro mamme che portano i figli nella scuola privata del
centro con il Suv. Anzi, addirittura con il taxi. E, udite udite, sono pure
la rappresentante di classe. E come
no? Un destino già segnato. Da rappresentante d’istituto al liceo al capitano
della squadra di pallavolo. Una storia
che si ripete. Vabbè. Il tutto per dire che non lo avrei mai creduto
possibile. Non di fare la rappresentante. Ma
di portare mia figlia alla scuola privata in centro con il Suv e le scarpe
firmate. Ommioddio.
Ma veniamo alle scarpe
firmate. Quasi tutte le mamme della scuola dove va
costanzaalmateresatoniattidettaconnie calzano le Stan Smith. Rigorosamente bianche e verdi. Con il maxicoat,
ovviamente. Il marchio di fabbrica dei
bambini è la candelina al naso. Quello delle mamme le Stan Smith bianche e verdi
ai piedi. E poi ci sono le Rucoline.
Da russa. E che non me ne abbiano le russe. Una delle quattro mamme con cui c’è
empatia, alchimia, chimica, insomma quella roba lì, si chiama Giorgia. In
realtà sua figlia, Mariavittoria detta Mavi, fa la prima asilo, i nostri vanno
ancora alla primavera. Però è amica della mamma di Giacomo, il bimbo di cui
Connie è un po’ innamorata. Quindi, per riassumere, ogni giorno, dopo aver
mollato i bimbi ci beviamo un caffè macchiato con zucchero di canna, la Giorgia, la Brandi la Lucilla la Pasqua
e io.
Giorgia è una mamma giovane e super chic. Una di quelle gnocche naturali che anche
senza trucco, in tuta e sneakers e con il berretto di lana in testa è super top.
Chissà quando si agghinda. Ha un solo difetto, sulla carta. Le Rucoline. Eppure
lavora nella moda, perbacco. Si giustifica dicendo che sono comode e blablabla.
Però ha le Rucoline. Da russa. E chissà se anche Giorgia, prima di avere Mavi,
aveva i conati di vomito quando vedeva altre mamme fuori dagli asili a
discorrere di vasini e di riduttori.