Di solito sono la regina
dell’organizzazione dei week-end nelle città europee. Sono impeccabile:
guida, scelta dell’albergo perfetto
dopo uno studio incrociato di recensioni, cernita dei ristoranti tipici dove cenare la sera, preparazione accurata sulla storia dei monumenti principali, stampa
preliminare della mappa della città
e mezzo di trasporto ottimale sia per andare dall’aeroporto all’albergo che per
muoversi tra le varie attrazioni. Tutto
il viaggio è curato nei minimi dettagli e ben poco è lasciato al caso. E’
quasi palloso andare in giro con me, mi manca solamente una pettorina fosforescente per farmi
identificare come guida turistica.
Tutta questa promettente e ridondante autocelebrazione solo per tirarmi su il morale dopo aver
toppato clamorosamente la scelta
dell’albergo per il viaggio regalo del mio compleanno, destinazione Istanbul. A
mia parziale discolpa sta il fatto di
aver deciso solo 48 ore prima e di aver avuto veramente una manciata di ore
per i preparativi. Ma l’esito non cambia e l’auto flagellazione da Opus Dei è
ancora in corso.
Per la location scelgo, scientemente e certosinamente, la zona del Sultanahmet dove ci sono
Moschea Blu, Hagia Sofia, Topkapi e il Suk. Così possiamo girare a piedi
senza sbatterci con i mezzi. Inizio a valutare gli alberghi. In genere opto per un 4 stelle che non
costi un botto, che sia costruito nello stile architettonico della città che
voglio visitare, che sia strategico per la posizione e che abbia i principali
servizi. Quando viaggio con le mie amiche non ci sono problemi. Ma quando viaggio con mio marito devo
stare attenta per non rischiare di averlo sul gobbone per l’intero week-end. E’
uno esigente.
Non ho mai toppato,
fino ad ora. Trip Advisor è un amico prezioso e le reviews sono sempre aderenti al vero. Inizio a guardare i 4 stelle
e uno attira la mia attenzione. Lo
sottopongo al vaglio dell’uomo del monte che, storcendo un po’ il naso, dice si. Ho come al solito carta
bianca. Procedo. Ma al momento del click finale cambio idea e opto per un tre stelle e mezzo, è recensito meglio e
le camere sono più grandi. Non posso sbagliare. Fatto.
La sera, a cena, tra i denti confesso biascicando: “ho
preso un tre stelle e mezzo”. Mi guarda malissimo e inizia a
brontolare. Mi faccio vedere sicura
della mia scelta giurandogli che non si pentirà e mi pregusto la scena in cui sarò io a guardarlo con espressione
soddisfatta per essere riuscita a spendere poco in una location fantastica.
Arriviamo a Istanbul. Piove e c’è traffico e io mi incaponisco a voler prendere uno shuttle
comune invece che un taxi. Vengo accusata di essere una studentessa universitaria in vacanza.
Che è un modo carino per darmi della pezzente. Cede, aspettiamo tre quarti d’ora
e partiamo alla volta del tre stelle e mezzo con lui che è tranquillo ma ha già
messo a bollire la pentola di fagioli.
La reception dell’Hotel è già lo specchio di quello che sarà
la stanza. Oh Oh. Inizio a sudare e
a spegnere quel pregustato sorriso di soddisfazione che stavo preparando.
Cacchio. Ma ho fatto l’upgrading con la
superior room vista Bosforo. Non potrà essere proprio un disastro.
Varchiamo la soglia. La stanza è piccolina ma ha una bella vista ed è super
pulita. Fiuuuuu. Lui non dice nulla. Il letto è un po’ corto, è vero, però
sembra comodo. Non c’è l’armadio,
merda. Non c’è neanche il bidet e la
luce in bagno va a intermittenza. Porco cane.
Invece che essere aggressiva e difendere la mia scelta
abbasso gli occhi e inizio ad ammettere di aver sbagliato. E’ la mia fine. La pentola di fagioli ora bolle che è un
piacere e ho costantemente la
dentiera di mio marito attaccata all’orecchio. Iniziamo a valutare l’opportunità
di cambiare albergo. Ma non mi dò per vinta. C’è ancora la notte. E la
colazione. Se il succo d’arancia è una
spremuta vera sono salva. Per lui è il segno di qualità più importante.
A darmi il colpo di
grazia è il Muezzin alle 5 del mattino. E’ vero che ho scelto un Hotel
proprio dietro la Moschea Blu ma speravo ci fossero le camere insonorizzate. E’
vero anche che il Muezzin è affascinante e che è un pezzo fondamentale di
questo viaggio. Ma è davvero troppo. E
poi il succo d’arancia. Altro che spremuta vera. L’uomo del monte appone il
sigillo decretando: “Dignitosamente terribile”. Valigie nella hall, si cambia
albergo e tutto va bene.
Stamattina mi arriva
una mail. Non sono auguri di compleanno. E’ una captatio benevolentiae dell’albergo per farmi mettere 5 stelle
e una recensione positiva su Trip Advisor. Ecco perché!!!