Oggi qualcuno, anonimamente, ha commentato il mio ultimo post sull’intelligenza globale con un
link che rimanda al sito di Piero
Scaruffi, uno scrittore/giornalista/matematico/informatico/critico musicale
che ha scritto anche saggi divulgativi
sulle scienze cognitive. Che poi magari ha beccato il mio blog mettendo
qualche key words in Google ed è
stato proprio lui l’anonimo che mi ha lasciato il messaggio. Crediamoci.
Anyway, in buona sostanza, il pezzo cui il link rimanda
direttamente è in inglese e recita: “The
Cognitive Development of Pretty Girls”. Potendo vantare una conoscenza dell’inglese
da Trinity 8 - anche se quest’anno
al corso del comune cazzeggio alla grande e faccio i compiti il mercoledì sera,
qualche ora prima della lezione, scopiazzando le soluzioni – sono riuscita a capire il senso dell’ articolo
che contiene una sorta di vademecum
esplicativo di quanto lo sviluppo
cognitivo di una giovane gnocca sia totalmente influenzato proprio dal fatto
che sia gnocca.
L’autore esordisce sottolineando il fatto che la giovane gnocca, in età
adolescenziale, ha più amici maschi
che femmine per una ragione principale: entrambi trovano la gnocca poco
interessante ma i maschi, rispetto alle femmine, sperano di trombarla. Quest’attenzione
fittizia provoca nella giovane gnocca una
distorsione della percezione di sé. Crede di essere fica. E il credere di essere fica quando hai quindici
anni e i maschi ti cacano solo perché vogliono trombarti ha un impatto
devastante sullo sviluppo cognitivo della giovane gnocca in questione.
Il tutto non c’entra
con il QI individuale che può anche essere altissimo e indipendente dal grado di gnocchitudine. Scaruffi spiega che una giovane
gnocca viene giudicata dagli altri più
per la sua avvenenza che per il suo QI e ciò crea effetti devastanti per il suo
sviluppo cognitivo. Questo avviene perché la giovane gnocca non ha bisogno di sbattersi per ottenere
qualcosa. Non deve leggere/andare a conferenze/vedere
film intellettuali/fare la femminista impegnata/trovare argomenti di
conversazione interessanti. L’essere gnocca è il suo biglietto da visita e non deve fare nulla per migliorare sé stessa.
Perché per lei è tutto semplice.
In definitiva, la giovane gnocca cresce con un’illusoria e ingiustificata autostima e una fasulla
sicurezza di sè che le deriva dalla considerazione che gli uomini hanno
sempre avuto di lei. E magari tra i 30 e i 40 anni, quando una mandria di
giovani gnocche l’hanno ormai oscurata, inizia
a leggere/ andare a conferenze/vedere film intellettuali/fare la femminista
impegnata/trovare argomenti di conversazione interessanti per poter dimostrare
di essere intelligente.
Geniale. Molte
signore gnocche però potrebbero ritenersi offese. Soprattutto quando viene
affermato con certezza che lo sviluppo cognitivo di una giovane gnocca potrebbe
essere fermo ai 16 anni.
Dopo aver trovato
divertente il tutto e dopo aver risposto al mio anonimo commentatore il sorriso mi si è per un attimo mozzato.
Proprio ieri ho postato su Facebook alcune foto di quando avevo 19 anni in pose
da super gnocca, con i capelli lunghi,
le labbra tumide e anche un po’ di tette. Sono iscritta al social dal 2008
e non lo avevo mai fatto. Di solito posto foto con boccacce e pernacchie. Settimana
prossima compio 38 anni. E l’altra
sera sono andata a vedere Les Miserables
invece che qualche cagata americana. E sul
mio comodino c’è Anna Karenina invece che l’ultimo best seller di Sophie
Kinsella. Ommioddio. Oh. Mio. Dio. Che il mio sviluppo cognitivo si sia
fermato ai 16 anni e che ora, tra i trenta e i quaranta ma più verso i quaranta
io abbia bisogno di sentirmi intelligente?
Rido. Di gusto. Quel
genio di Piero Scaruffi mi ha proprio sgamata. Anche se Anna Karenina in
realtà l’ho già letto al liceo. Anche se non sono mai stata una giovane gnocca
e quelle foto un po’ da vamp sono state fatte da un bravo fotografo. Anche se,
per tutti, rimango e rimarrò sempre la
Brooke Logan del rhodense.
Ciao Ale,
RispondiEliminaieri ho guardato con simpatia le foto che hai pubblicato su fb e mi sono chiesta: chissà se le manca quella vita?
E intendevo: essere considerata una "vip" della PallavoloLombarda (ti ricordi i discorsi degli anni di castellanza?).Per me eri una di quelle forti ma sappiamo benissimo che eri anche una considerata tra le più gnocche.
Visto che ormai è qualche anno che non ci vediamo e che non giochi più si, mi sono chiesta cosa provi riguardando quelle foto. Premesso che non sei una matusalemme :-) e che tutte le cose finiscono o cambiano, cosa ti manca di più o cosa ti suscitano?
Penso (e spero) che oggi la tua vita sia lo stesso bella e ricca anche senza ginocchiere ed erbavolo (anche se mi piacerebbe trovarti ancora lì).
Conoscendoti, anche se per poco, posso dirti che la tua intelligenza non si è fermata ai 16 anni. Era bello parlare con te - anche quando poi la smart, giunte i saluti, non si è più accesa :-)
ps
ma AnnaKarenina libro ti è piaciuto? e il film?
Ciao Miky!!!! Ho pubblicato quelle foto perchè le ho trovate per caso ieri mentre sistemavo alcuni documenti e mi è venuta voglia di scannerizzarle. Però quella vita in realtà non mi manca, forse l'ho scritto in qualche altro post, quello che mi manca di quel periodo è solamente la leggerezza e la totale inconsapevolezza. Questa è la vera nostalgia. Ma la smart che non si è più accesa è un bellissimo ricordo, pensa, c'è l'ho ancora quella macchinetta capricciosa. In fondo non è cambiato nulla. Anna Karenina mi è piaciuto, pesante di brutto ma un capolavoro, vorrei rileggerlo con il senno della maturità, per questo è il sul comodino. Il film, invece, non l'ho mai visto. Spero tu stia bene e spero anche di riuscire a vederti per una delle nostre super chiacchierate. Un abbraccio e grazie. Concy
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