Ecco. Mi rendo conto che il titolo del post non sia proprio accattivante. Almeno
non per una parte di lettori. Ma mi sono occupata per tutto il giorno, insieme
alla mia vecchia amica e compagna di squadra, ora fiscalista, di editare la Guida Fiscale del 730.
Quindi i casi sono due: o accendo la tele e guardo l’Isola dei famosi, che però
inizia mercoledì, o parlo di ceretta all’inguine.
Annullare il cervello, a fine giornata, è l’unica soluzione possibile.
La ceretta all’inguine è una delle cose più terribilmente dolorose in natura. Seconda solo al parto, anzi, rettifico, il parto, se
fai l’epidurale, non è così agghiacciante. Seconda
solo a quando spacchi il legamento crociato del ginocchio e sbricioli i due
menischi. Il dolore è allucinante. Più del parto. Con epidurale
naturalmente. E della ceretta all’inguine. Appena fuori dal podio, ma lì lì e a
parimerito, ci sono il mal di denti,
il mal di testa quando sei incinta e
puoi prendere solo la tachipirina, le
coliche addominali quando sei incinta e puoi prendere solo la tachipirina, il torcicollo. Sia quando sei incinta e
puoi prendere solo la tachipirina sia quando ti viene e basta.
Dal quinto al decimo posto, in ordine sparso, ci sono il gomito sbattuto su uno spigolo o il
mignolo del piede sulla gamba del tavolo, quel tipo di dolore che senti dai
due ai tre secondi dopo. Tua figlia che ti
dà inavvertitamente una testata. O che ti
tira i capelli. Non troppo inavvertitamente. La lezione di pilates quando non hai più addominali. Il virus intestinale e le sue varianti
stagionali. La pipì quando ti scappa
fortissimo e non puoi farla. E il tunnel
carpale quando per lavoro devi fare una cricetata assurda e non stacchi mai
la mano dal mouse.
La ceretta all’inguine, però, merita uno spazio tutto suo. Talmente dolorosa che rimandi il più possibile l’odiato momento in cui devi sottoporti a
tale tortura. Talmente disgustosa che a volte preferiresti andare dal
dentista. O a fare il pap test.
Anche perché, più o meno, la posizione sul lettino dell’estetista è tale e
quale a quella di quando sei dal ginecologo a farti il pap test. Per non parlare
di quando ti fanno mettere a quattro zampe – scusate l’immagine raccapricciante
– per, così dire, le rifiniture. Ma
chi diamine ha inventato la ceretta all’inguine? E dove è scritto che si debba per forza fare? Perché un conto è
fare le mani, le sopracciglia, i baffetti, la pulizia del viso, la maschera al
cetriolo. Quelli si vedono. E
mettiamoci anche la pedicure, le ascelle e le gambe. Ma perché l’inguine? Perché se
non strettamente necessario tipo che vai in piscina, in SPA, in vacanza o
hai amanti vari e occasionali?
La ceretta all’inguine, pur dolorosa che sia, è un fatto concettuale. Anche se sei sposata
da dieci anni, hai dei figli, non vai mai in vacanzapiscinaspa, metti i
mutandoni della nonna e la canottiera dentro i mutandoni, non puoi non avere la “zona bikini” pressochè perfetta. Si chiama amor proprio. Che senso ha avere lo smalto
semipermanente alle mani e la zona bikini con un’acconciatura alla Edwige Fenech
in Giovannona Coscialunga?
La ceretta all’inguine, naturalmente, richiede una preparazione mentale di un certo tipo, una concentrazione assoluta, e una fascia
addominale ben preparata allo strappo. Una volta applicati questi
accorgimenti il gioco è fatto, più o meno. Detto questo, dovrebbero fare un’anestesia locale prima di mettere quella cera bollente su una parte del corpo
tanto delicata e tanto innervata per poi strappare con totale sadismo. Ecco.