mercoledì 6 giugno 2012

Pollice marrone. Quasi verde.



La mia amica Gaia Aquino è la regina dei fiori. Non quella delle carte, sebbene anche a Scopone Scientifico sia una vera regina. Lei è l’esperta mondiale di gardening. Ha studiato giurisprudenza, in realtà, e il suo sogno è quello di fare il magistrato. Sua mamma, Gabriella Zanetti detta Zanetti, racconta che da piccola Gaia Aquino aveva la mania di mettere tutto a contratto con tanto di firma in calce: “Io, Gaia Aquino, mi impegno a mettere in ordine la cameretta per fare felice la mamma”. Sono sicura che, se lo volesse davvero, Gaia Aquino, detta Gughi o, per gli amici, Gu, farebbe il magistrato. Però la passione più grande che ha è, senza dubbio, quella per i fiori.

Ghughi è una delle cinque persone più globalmente intelligenti che io conosca. Per fare un esempio banale, una volta abbiamo fatto una gita, lei e io, nella sua casa in collina. Tra le chiacchiere infinite e le notti a scambiarci segreti inconfessabili, che, tra il resto, è uno dei ricordi più belli della nostra amicizia, c’è pure scappata qualche partita a Trivial Pursuit. Non c’è mai stata gara. Avrò vinto si e no una partita su dieci. E solo perché ho più memoria di lei e ho avuto culo nell’imbroccare domande che conoscevo. Ma la sua intelligenza analitica e la sua capacità nel ragionamento mi hanno annichilita. Si vede che al liceo classico, rispetto allo scientifico, il sillogismo aristoteliano viene conficcato in testa dalla quarta ginnasio alla terza liceo. O, almeno, è quello che mi sarebbe piaciuto credere per accettare la bruciante sconfitta. Sono pure riuscita ad accusarla di avere imparato a memoria tutte le domande e tutte le risposte perché il gioco era suo. Invece no, semplicemente, è più intelligente. Porco cacchio.

Un pomeriggio di primavera, constatata la mia assoluta propensione verso un pollice di colore nero, nero pece, dopo anni di piante morte rinsecchite, odore di fiori marcescenti e cadaveri di tronchi in giro per la casa e per il balcone, mi sono decisa a posare le armi, arrendermi e chiedere aiuto a Gaia Aquino. E’ arrivata pimpante, con metro alla mano e quel fare sicuro di chi sa il fatto suo. Ha dato un’occhiata e mi ha dato appuntamento per il sabato successivo. Direzione mercato dei fiori. Quando ho varcato la soglia del mercato mi si è mozzato il fiato. E ho capito subito che l’illuminazione celeste mi aveva inondata. Il mio pollice sarebbe certamente diventato verde. Abbiamo scelto edera e dipladenia. E non abbiamo saputo resistere ad un mazzo di peonie rosa recise. Dieci per ciascuna. Con un profumo che ancora adesso mi suscita una sorta di reverie da madeleine proustiana.

Ma il grosso del lavoro doveva ancora venire. Abbiamo passato un intero pomeriggio più un’altra mezza giornata a mettere argilla, terriccio, invasare, concimare, bagnare. Le nostre unghie erano sporche come quelle di un minatore a caccia di carbone. Il pavimento del balcone e della cucina un campo di battaglia. Ma, finalmente, avevo i miei fiori. Gaia Aquino, detta Gughi, e per gli amici, anzi solo per me, Gu, ha compiuto il miracolo. I miei fiori sono ancora tutti vivi, stanno crescendo, sono sani e forti e me ne prendo cura come fossero animaletti da nutrire e abbeverare. Se le altre mie amiche mi vedessero non potrebbero credere alla trasformazione. Penserebbero ad un mio ologramma proiettato sul balcone da qualche strano marchingegno tecnologico. Il mio pollice nero, nero pece, è diventato marrone. E presto sarà verde. Ora sono pronta per una nuova sfida a Trivial Pursuit.




3 commenti:

  1. mitica gughi.
    e hai pure un nuovo fiammante set da gardening!!!

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    1. E' vero cacchius! meraviglioso. Avrà il suo spazio in un post tutto suo!!!

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