lunedì 16 aprile 2012

Shopping. I love shopping!



Lo so lo so. Il fattore identificativo nel titolo di questo post sarà altissimo. Il dolce e melodioso suono della esse e della acca pronunciate insieme è da brivido. La soddisfazione immediatamente successiva ad una seduta di shopping è sempre, straordinariamente, infinita. Inutile negarlo, tutte amano lo shopping. E’ qualcosa di estremamente vitale per l’individuo, un po’ come bere o mangiare. E’ un istinto naturale che non si può reprimere. E’ salute e benessere. E’ svago, ricreazione, divertimento. E’ primaria necessità.

Lo shopping è elettrizzante. Giuro, sono riuscita a emettere isterici gridolini di gioia anche quando, per la prima volta, l’esselunga on-line mi ha recapitato la spesa direttamente al piano. Ero agitata quel giorno. La consegna era prevista tra le 10 e le 12 del mattino. Ho dormito male, mi sono alzata presto, ho fatto colazione, la rassegna stampa, la spunta delle e-mail e poi mi sono messa in attesa, alla finestra, per scrutare il traffico milanese in cerca di quel furgone giallo con il pomodoro
E poi è comparso. E il mio cuore ha iniziato a martellare. La mia spesa era arrivata.

Ma per far martellare il mio cuore ci vuole poco. Ormai, una volta scoperto lo shopping on-line, il suono del citofono con la voce baritonale del custode che mi annuncia l’arrivo di un pacco, non mi fa quasi più effetto. Quasi. “Glielo mando su in ascensore signora”. E io, con malcelata noncuranza “ah, si, grazie”. Il pacco sta per entrare nella sua nuova casa. Lo prendo con mani tremanti. Lo guardo. E invece di aprirlo subito mi rimetto al computer finendo quello che stavo facendo e mi gusto l’attesa ancora per un attimo. Sono maturata. Le prime volte il pacco non riusciva a varcare la soglia di casa integro.

Esistono diversi tipi di shopping. C’è quello ragionato, quando si acquistano solo oggetti utili, tubini neri evergreen o un cappotto firmato e monocromatico. Così non ci si stanca.
C’è quello compulsivo, quando si esce di casa senza un intento preciso di acquisto e si rientra in casa con deliziose shopper bag che strabordano.
C’è quello low cost che ti dà la sensazione di “sentirti figa” con poco e di avere fatto “l’affare”.
C’è il window shopping, quando si guarda una vetrina con il naso appiccicato e l’alone del respiro desiderando fortemente qualcosa che poi però non si compra.
C’è lo shopping on-line che si può fare direttamente da casa con un click o addirittura sul treno o in sala d’aspetto dal dottore con l’Ipad o l’iphone.
Ma soprattutto c’è lo shopping sano, un intenso momento di convivialità con le amiche, un reciproco scambio di opinioni, uno strepitoso esempio di “sorellanza” tra femmine. Perché lo shopping sano alleggerisce l’anima. Oltre che il portafoglio.

Lo so lo so. Ho finito. E’ ora di aprire il mio pacco.

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