venerdì 20 aprile 2012

SignorNinoTiamo!



Qualche anno fa, andando in ufficio con la mia piccola Smart, mi sono resa conto con orrore di avere bucato. All’inizio non ci avevo proprio fatto caso, musica a palla per riprendermi dopo il suono della sveglia, pensieri che vagano nell’abitacolo, fogli sparsi e pacchetti di caramelle vuoti che ballonzolano sul cruscotto. Poi, all’improvviso, qualcuno, dietro di me, lampeggia insistentemente. Prima di insultarlo controllo che tutta sia a posto. Sta bruciando qualcosa? Ho la portiera aperta? Perdo olio? Lo sfanalatore folle si affianca, mi fa segno di tirare giù il finestrino e mi dice che ho bucato. Ma come diavolo ho potuto non accorgermene?

Ora che so la verità mi sembra proprio che la mia Smart sia strisciando sull’asfalto, anzi, mi sembra anche di sentire puzza di gomma bruciata. Inizio ad agitarmi. Non ci sono gommisti nella mia area visiva. Devo fermarmi. E, porca miseria, sono pure in ritardo. Parcheggio appena posso, scendo, chiudo e saluto con sguardo carezzevole e contrito la mia piccolina. “Verrò presto a prenderti, stai qui tranquilla, non ti preoccupare”. Corro a grandi falcate verso la metropolitana. Andrò in ufficio con i mezzi ma devo pensare ad un piano d’attacco per il recupero del povero relitto.

La prima cosa che faccio appena varcato l’ingresso di RCS è lavarmi le mani. Ho una specie di fobia -  che è ben più grave di una normale idiosincrasia - per la metropolitana e tutto il suo contesto: gente schiacciata, odori vari, inquinamento acustico di qualsiasi genere e, soprattutto, i germi che si depositano dappertutto. Cerco di non toccare mai nulla con le mani nude ma a volte rischio di ribaltarmi dopo fulminee partenze del mezzo e, mio malgrado, mi devo per forza appoggiare. La seconda cosa che faccio, dopo aver salutato i colleghi e acceso il computer, è chiamare mio marito per avvisarlo che la piccola ha avuto un fastidioso incidente e che è sola in una via milanese nei pressi di Lambrate.

Nessun problema. La piccola è al sicuro e avrà il migliore dei trattamenti. Mi dice di segnarmi un numero di telefono che corrisponde a un nome, Signor Nino. E’ il meccanico di fiducia che aveva l’officina sotto casa nostra che ora fa il freelance e si occupa un po’ di tutto. Titubante, compongo quel numero. Il Signor Nino mi risponde con voce squillante e, quando gli spiego il problema, il mio cuore ha un sussulto d’amore per quest’uomo che non ho mai visto e che diventerà il mio eroe: “Signora mi dia le coordinate esatte di dove ha parcheggiato la macchina che così io posso andare a cambiarle la gomma e lei quando esce dall’ufficio la troverà pronta e guarita”.

E quella sera, riemersa dalla metropolitana munita di fazzolettini umidificati per sopperire alla mancanza di acqua corrente, ho ritrovato la mia piccola perfettamente sistemata e in forma più che mai. E la consapevolezza di amare profondamente il Signor Nino mi ha investita con inusitata virulenza. Non vedevo l’ora di avere qualche altro problema meccanico per poterlo incontrare. Poi è successo. La spia dell’olio ha iniziato a lampeggiare a intermittenza. Avevo il pretesto per chiamare lui, il mio Signor Nino.

E’ arrivato un pomeriggio a bordo di uno scooter. Ha tolto il casco e rivelato la chioma sgarrupata. E il suo volto. Emozionatissima ho iniziato a parlargli, a fargli domande personali e sul suo lavoro procrastinando il più possibile il momento “cambio olio”. Mi ha detto di essere un “frilenders”, che tenerezza, e non mi è neanche venuto in mente di correggerlo, proprio io, maestrina nata. Poi mi ha confidato di essere in grado di fare tutto e di avere buona volontà nel cercare di risolvere qualsiasi problema. E io, da quel momento, non ho avuto più schermi di protezione. Il Signor Nino mi aveva completamente conquistata.

Ora ci diamo del tu. L’ultima volta che l’ho chiamato si è addirittura offerto di andare in motorizzazione con una delega firmata da me e una fotocopia del mio documento per cambiarmi la targa del motorino. Il Signor Nino è efficiente e super operativo. E’ rapido, preciso, puntiglioso. Il Signor Nino è onesto e risolve problemi di ogni tipo. E’ magnifico. Una manciata di giorni fa mi ha citofonato per consegnarmi la carta di circolazione della moto di mio marito. E io gli ho chiesto il permesso di dedicargli un post sul mio blog. Ha accettato, sorridendo. Non so se sappia precisamente che cosa sia un blog. Ma lui non sa che io lo amo.


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