Uomini & Donne

Le donne

Ci sono le "fighe di legno", altresì note come “profumiere", quelle che hanno un costante bisogno di conferme e che cercano in tutti i modi di conquistare attenzione, si espongono senza esporsi, fanno annusare, provocano, sembra che ci stiano e sul più bello dicono che stavano scherzando.

Ci sono le prostitute, quelle che, senza esercitare il lavoro più vecchio del mondo sulla strada o in una casa chiusa, si infilano nel letto di qualcuno per ottenere qualcosa.

Ci sono le puritane, che solamente a sentire pronunciare la parola equivalente al membro maschile diventano paonazze, scoccano eloquenti sguardi di disapprovazione e si mettono in cattedra facendo della loro integrità etica un cavallo di battaglia e vivendo perennemente nell'ipocrisia.

Ci sono le invidiose, quelle che hanno lo sguardo della monomania di Gericault, quelle che hanno perennemente il mood del “vorrei ma non posso”, quelle che ti fanno i conti in tasca, l’inventario dei brand che hai addosso e della mobilia di casa.

Ci sono le maestrine, quelle che "sidicecosìsifacosìsotuttoio", che la maggior parte delle volte ostentano una cultura nozionistica più che sostanziale, sciorinando a memoria gli insegnamenti appresi nella puntata preserale de “il milionario”.

Ci sono le Status Symbol addicted che si sentono out se non vestono grandi firme, hanno la ricostruzione in gel perfetta, bevono il cappuccino nella pasticceria milanese “Sissy” o da “Bastianello”, comprano biancheria intima alla Rinascente, possiedono una Vuitton, le Hogan e il trench di Burberry, vanno a sciare a Curma con il Moncler e d’estate si dividono tra la Costa Smeralda e i week-end a Santa.

Ci sono le radical chic, che giocano a fare le intellettuali di sinistra e le femministe, hanno una sorta di snobismo per l'ignoranza e per la grettezza, guardano solo film polacchi o rumeni, leggono saggi
sulla questione irlandese e citano Kant o Marx disquisendo di filosofia, di letteratura o di storia in modo del tutto arbitrario. Però vestono firmate fino alle mutande, (ma solo brand di designer di nicchia, of course!) vanno in vacanza in Tibet nel resort con la SPA, mangiano solo in certi ristoranti, biologici o di cucina creativa, hanno la Balenciaga, la Mini o la Cinquecento e la casa con le sedie di Kartell e le lampade Foscarini o Artemide.

Ci sono le gelose paranoiche, quelle che hanno costantemente bisogno di sentirsi dire "ti amo", devono controllare il telefono del loro uomo e la posta elettronica, pensano costantemente di rivolgersi ad un investigatore privato e vivono con il perpetuo sospetto di essere tradite.

Ci sono le missionarie, che non significa che fanno sesso leisottoluisopra, e sono quelle che pensano di cambiare il mondo ma soprattutto gli uomini.

Ci sono le insicure, quelle che non sanno scegliere se birra o vino, che non dormono la notte quando il giorno dopo dovranno chiedere al loro capo un aumento, che hanno una bassissima autostima e mettono maglioni oversize per paura che il loro culo sia enorme.

Ci sono quelle che hanno un sano rapporto con il sesso, ragionano come i maschi e si comportano peggio di loro.

Ci sono le "sceme" che nella loro totale inconsapevolezza addolciscono la vita e rendono il cuore allegro.

Ci sono le "finte sceme", che come la portinaia de "l'eleganza del riccio", recitano un ruolo scegliendo il basso profilo per non creare aspettative sociali e per rendersi la vita più semplice.

E poi ci sono le femmine. Un connubio di fascino, intelligenza, malizia, follia e carisma.