giovedì 29 marzo 2012

Viviana


Qualche giorno fa, parlando di amicizia, non sono riuscita a trovare nessuna categoria che fosse opportuna per Viviana. Avrà quindi un post tutto per sé non perché tutte le altre amiche non siano all’altezza di avere uno spazio interamente dedicato ma solo perché Viviana va raccontata.

Ci siamo conosciute ai tempi del liceo, lei però faceva ragioneria ed era in classe con Debora, una mia compagna di squadra. Era una ragazza strana, un po’ buffa, non stereotipata, curiosa. L’ho subito trovata simpatica, chiacchierona, con un grande senso dell’umorismo e una fondamentale autoironia. Mi ha colpita, come solo le persone speciali riescono a colpire. Partiva svantaggiata rispetto alle bellone della scuola, rispetto alle più popolari, rispetto a quelle con i voti più alti. Però per me era come un puntino colorato in una vecchia foto in bianco e nero. Brillava.

Ho incontrato Viviana nuovamente all’università, alla facoltà di Lettere. Io avevo fatto il liceo e non avevo difficoltà con il metodo di studio acquisito. Lei faceva più fatica. Siamo rimaste appaiate, il primo anno, poi io ho cambiato marcia. Non ci siamo perse e ci siamo sempre aiutate. I programmi degli esami, i libri da comprare, le fotocopie, gli appunti, il piano di studi. Poi io sono giunta al traguardo e lei era lì, ad ascoltarmi e a gioire per me, aspettandomi sull’uscio dell’aula magna con un mazzo di fiori e il suo sorriso vivace. Un paio di anni dopo ce l’ha fatta anche lei solo che io non c’ero. Ero stata operata due giorni prima ai legamenti del ginocchio.

Viviana di laurea ne ha presa un’altra, io mi sono fermata.
Viviana si mantiene da sola dalle scuole superiori, non ha la patente, non ha un fidanzato, non ha un lavoro stabile.
Viviana non si lamenta mai, sorride sempre, non ha parole negative per nessuno, si prodiga per gli altri.
Viviana è la persona migliore che io conosca.

Quando ho mandato le partecipazioni del mio matrimonio il nome di Viviana non era su nessuna busta. Ho pensato per giorni e giorni se fosse il caso di invitarla, non volevo metterla in difficoltà. Mi sarei sposata sul lago di Garda in un posto difficilmente raggiungibile dai mezzi. Sarebbe dovuta venire da sola, non avendo un compagno, e non conosceva praticamente nessun altro invitato. E l’avrei dovuta impegnare per il regalo, lei, che faceva fatica, seppur nella massima dignità, ad arrivare a fine mese. Per non parlare dell’abito, le avrei creato il problema di come vestirsi e, nella mia testa, la paura che potesse sentirsi a disagio. Non me la sono sentita.

Tre giorni prima del matrimonio, il 5 dicembre 2006, d’istinto ho preso il telefono e l’ho chiamata. Ero imbarazzatissima e mi tremava la voce. Le ho detto tutto d’un fiato che mi sarei sposata, che non l’avevo invitata per una serie di ragioni e che il mio desiderio più grande era che lei, Viviana, fosse presente nel mio giorno più bello. Le ho detto che avrei fatto in modo che potesse arrivare sul luogo della cerimonia senza problemi, che le avrei prestato un abito e che non doveva farmi il regalo. Il mio regalo era lei.

E Viviana, la mattina del mio matrimonio, si è svegliata presto, ha indossato l’abito più bello che aveva, si è truccata con cura, ha preso un treno che le permettesse di arrivare il più vicino possibile, si è messa d’accordo per farsi recuperare in stazione e, per non venire a mani vuote, mi ha portato una mappa gigante dell’Australia, destinazione del mio viaggio di nozze. Quando l’ho vista arrivare ho trattenuto a stento le lacrime. Era lì. Un’altra volta. Era lì per me.

Il 1 dicembre del 2007, una settimana prima del mio primo anniversario, il custode mi ha citofonato per comunicarmi che in portineria c’era un pacco per me. Sono scesa, quasi infastidita, a ritirarlo. C’era un biglietto: “ Ce l’ho fatta, esattamente un anno dopo. Auguri. Vi”. Era il suo regalo di nozze. Un beauty case rosa per me. Un beauty case blu per mio marito. E lì, davanti a un cuore così grande, ho pianto.


4 commenti:

  1. bel racconto ale, molto commovente,brava!!!!!

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  2. Viviana avrei tanto voluto conoscerla, magari nelle nostre serate da Snoopy.. forse avrebbe potuto influenzarmi un pò con la sua caparbietà!!

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    1. Ecco appunto, ti ho appena scritto di là che non avrei mai parlato dello snow ball day!!!

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